Studiare una lingua straniera: ecco tutti i benefici sul cervello umano
23 Ottobre 2019
Aggiornato il 15 Novembre 2022
Studiare una lingua straniera:
ecco tutti i benefici sul cervello umano
Un corso di lingua straniera, un periodo di tempo trascorso all’estero a lavorare o a studiare: l’una e l’altra attività hanno dei vantaggi concreti che alcune ricerche scientifiche hanno dimostrato. Vediamo insieme quali sono i benefici sul cervello umano.
Nel 2012 alcuni ricercatori svedesi hanno condotto una ricerca (riportata su ScienceDaily nell’ottobre 2012) su alcune reclute dell’Interpreter Academy delle Forze Armate: mentre ad un gruppo di controllo hanno fatto studiare diverse materie, ad altri hanno permesso di imparare una nuova lingua in tempi relativamente brevi. Cosa è accaduto? Dopo qualche tempo il cervello delle reclute è stato sottoposto ad una risonanza magnetica e si è notato un accrescimento in volume e densità di quelle aree cerebrali dedicate al linguaggio e dell’ippocampo che è invece preposto alla memoria: tale modificazione è stata rilevata solo negli studenti che stavano imparando una lingua straniera. “Anche se non siamo in grado di confrontare tre mesi di studio intensivo di lingua con una vita da bilingue, ciò ci suggerisce che l’apprendimento delle lingue è un buon modo per mantenere il cervello in forma”: queste le parole di Johan Mårtensson, ricercatore in psicologia dell’Università di Lund in Svezia.
Parlare una lingua protegge dall’Alzheimer
Che studiare una lingua straniera abbia benefici sul cervello e quindi sulla salute è stato dimostrato anche da un’ulteriore ricerca condotta presso l’Università di York, in Canada. Pubblicato sul Journal of Psychology and Ageing, tale studio ha dimostrato che imparare, e quindi parlare, una lingua straniera, possa proteggere il cervello da malattie quali la demenza senile ed il morbo di Alzheimer. Sono stati valutati soggetti dai 30 agli 80 anni ed è stato dimostrato infatti che chi parlava almeno due lingue si dimostrava meno propenso all’invecchiamento mentale. Nelle parole del prof. Clive Ballard, direttore della ricerca: “Questa scoperta sostiene la possibilità che l’esposizione in giovane età ad una seconda lingua può in seguito influenzare il processo di sviluppo del cervello.”
Sempre nel 2012 anche la statunitense Northwestern University ha condotto un’altra ricerca scientifica che è stata pubblicata su PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences): leggendo l’articolo in questa rivista scientifica potrete scoprire che “gli studenti in grado di parlare almeno due lingue avevano migliore capacità di apprendimento e comprensione dei test, manifestavano maggiore attenzione, erano più veloci nel decodificare le informazioni ricevute e in genere manifestavano maggiore attività cerebrale”. Così asserisce la neuro-scienziata Nina Kraus, responsabile dello studio che ha analizzato due gruppi di studenti, uno dei quali formato da ragazzi che parlavano fluentemente una seconda lingua. La dott.ssa Kraus, insieme all’esperta in bilinguismo Viorica Marian, ha condotto questo studio specialistico sulle regioni subcorticali uditive effettuando un esperimento: di fronte a suoni complessi, con rumore di sottofondo, il gruppo di ragazzi bilingue è riuscito a codificare meglio i suoni a differenza dei ragazzi che parlavano una sola lingua. Ciò ha dimostrato biologicamente che chi parla una lingua straniera ha un vantaggio a livello di attenzione uditiva e quindi maggiore memoria e capacità di attenzione degli altri. Ad un risultato simile è arrivata anche l’University of California di San Diego: in questo caso sono stati studiati gruppi di ultrasessantenni ed è stato dimostrato che coloro che sapevano parlare una lingua straniera presentavano i sintomi della demenza senile e del morbo di Alzheimer molto più tardi degli altri.
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