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DAY#10: un’italiana a Bournemouth

21 Luglio 2015

Aggiornato il 12 Febbraio 2018

Tante cose oggi sotto il pallido sole di Bournemouth. A metà del cammino, ecco cosa accade sul suolo britannico. Non è un stereotipo: stamattina ho visto con i miei occhi il ragazzo che “getta” i giornali porta a porta. Non esiste sono nei film: c’è e adesso ho le prove. E mentre mi stupisco, attraverso la strada e come sempre guardo incessantemente a destra e a sinistra perché questa cosa della guida a sinistra ancora non mi è molto chiara e probabilmente mai lo sarà. Poi salgo sull’autobus: due bambine in perfetta divisa a quadratini verde e bianca parlano finché una non dice all’altra “don’t be silly!”, e io torno indietro alla mia prima media e alla nostra professoressa che ce lo ripeteva in continuazione. Ultime notizie dal bus di Bournemouth? Il ragazzo dai calzini originali oggi ne indossava un paio verde tiffany sotto la solita mise (pantalone grigio e camicia).

Per i risultati dei test fatti ieri dovremmo aspettare domani e l’ansia da prestazione scolastica sale. Ma va bene così. In compenso esce un bel sole e ce ne andiamo a pranzo al parco: sedute sull’erba ci godiamo questo caldo inusuale mentre io mi guardo intorno sperando che nessuno dei gabbiani e dei piccioni che pericolosamente passeggiano lì si avvicini a me (perché sì, ho una fobia verso i volatili e questo non mi rende la vita facile). Mi rimane il tempo per fare i compiti nella coffe room (dove intrattengo conversazione con ragazze di varie nazionalità) e per prenotare le mie prossime gite: domani pomeriggio presso il Corfe Castle (non so di cosa si tratti ma una signora spagnola mi ha assicurato che è very nice) e domenica verso l’Isola di Wight. Ore 15.15: Conversation Club. Ci si può iscrivere liberamente e starsene lì a parlare per migliorare la propria conversazione. È la prima volta oggi e una volta dentro si fanno scoperte divertenti. Tipo che il ragazzo proveniente dal Kuwait che è lì aveva come animale domestico un leone (ed è vero, ho visto le sue foto) o che l’insegnante che ci segue non solo conosce l’Italia, ma ha anche una moglie italiana originaria di un paese non troppo distante dal mio. E allora io dico che vivo a Sezze (in provincia di Latina, vicino Roma per intenderci) e lui risponde che non solo la conosce ma che tra 14 giorni sarà lì vicino, a godersi un po’ di mare nostrano. Piccolo il mondo.

Ore 18.05: sono a casa. Devo ancora scrivere il mio post per il blog inglese (ormai ho anche una foto nella bacheca del College nella quale si invitano gli studenti a seguirmi. Il mondo non solo è piccolo ma anche strano). Dicevo, devo scrivere il mio blog inglese e prepararmi perché si va a sentire un po’ di musica live con Cecilia e Sarah. Buona serata.

 

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